
Tra le tante battaglie condotte negli anni da Fiab, quella dell’intermodalità bici + treno e dell’accessibilità bike friendly lungo le infrastrutture ferroviarie rientra in un processo di lobbyingnon solo a livello nazionale. L’impegno viene anche dall’European Cyclist’ Federation che non pone la questione soltanto nei termini del pendolarismo: gli spostamenti sui treni in generale aumenteranno entro il 2030 del 50% a livello europeo.
Cifre simili impongono dunque politiche di sostegno alla mobilità attiva, quella dei trasporti pubblici e dei ciclisti (oltre che dei pedoni). Al momento è ancora in discussione in sede comunitaria una revisione del Regolamento Europeo su Diritti e sugli Obblighi dei passeggeri ferroviari. Nel testo compare chiaro l’orientamento suggerito.
“La crescente popolarità del ciclismo nell’Unione – si legge nel documento – ha implicazioni per il turismo e per la mobilità generale. Un maggiore ricorso sia ai trasporti ferroviari sia agli spostamenti in bicicletta nella ripartizione modale riduce l’impatto del trasporto sull’ambiente”. Alla luce di questo è dunque compito dei ministeri europei e delle società “agevolare il più possibile la combinazione di viaggi in treno e spostamenti in bicicletta, in particolare consentendo il trasporto di biciclette a bordo dei treni”.
Sulla questione dell’intermodalità e delle sue potenzialità per cicloturismo e bike to work, Fiab ha prodotto lo scorso giugno un documento nel quale esprime la propria posizione.
Fonte: http://www.fiab-onlus.it/bici/attivita/treno-bici/item/1918-intermodalita-europa-regolamento.html